PUNTO DI CONFINE…la danza dell’ascolto
laboratorio di Teatro di Danza, Butoh e Improvvisazione tra Oriente e Occidente
di e con Marcella Fanzaga
Sabato 26 e Domenica 27 Novembre 2011
ore 10.00-16.00
presso RADICETIMBRICA Teatro
Via Volturno 19 – Legnano (Mi)
Info e prenotazioni (obbligatorie): 333 6909223
rtt.organizzazione@libero.it
Questo laboratorio utilizza la danza butoh e la ricerca sull’improvvisazione di movimento come percorso sia artistico sia di crescita personale per esplorare e conoscere le energie sottili che governano gli stati interiori, le emozioni, i desideri e le loro manifestazioni.
E’ un lavoro sull’energia e sulla presenza attraverso una danza che diventa meditazione in movimento.
Infatti nell’ascolto del corpo, nel respiro, nella semplicità e purezza dei gesti vi è l’essenza della danza; una danza non appariscente, un ponte tra un mondo interiore, con i suoi paesaggi e ricordi, ed un mondo esteriore, caotico e rumoroso nel quale è difficile fermarsi.
All’oggi, difatti, è sempre più faticoso rimanere in silenzio, tutto è suono, rumore, movimento perpetuo che non riesce mai a trovare un momento di attesa, di sosta; tutto si succede sempre più velocemente e superficialmente abituando il corpo (e la mente) a rientrare in automatismi sempre più raffinati e sempre meno coscienti.
Il Butoh può aprire una finestra su un mondo altro, intimo, fatto di ascolto, immobilità, attesa, silenzio, creazione.
Un mondo in cui il corpo è nudo, spoglio di tecniche e sovrastrutture; un ascolto ed un silenzio che non sempre portano il corpo a seguire vie fisiologiche e “naturali” nel movimento e nella danza, e a volte lo aprono alla scoperta di paesaggi interiori e stati non abituali.
Ogni incontro sarà suddiviso in due parti:
Una prima parte di training fisico;
Una seconda parte di tecnica e danza su immagini e ricerca attorno alla “motivazione e necessità dell’atto”.
Approfondiremo diversi stati corporei e dinamiche energetiche per acquisire consapevolezza e presenza e lasciare emergere la poetica dei nostri personali “paesaggi e personaggi interiori”.
I laboratori sono aperti a tutti, danzatori, attori, musicisti, amatori.
Il lavoro è inoltre particolarmente indicato per operatori sociali, educatori, insegnanti, psicologi e pedagogisti in quanto facilita l’entrare in contatto creativo con il sé profondo fornendo un supporto sia per l’atto performativo sia per la relazione educativa e/o terapeutica.
“Ho trovato questo seminario molto interessante e personalmente ho percepito uno sviluppo in fieri del canale espressivo-creativo.
Credo che sia un modo non solo di apprendere tecniche diverse, appartenenti ad altre culture, ma anche per perfezionare l’ arte dell’ improvvisazione come percorso creativo istantaneo“. (S.B.)
“Impressioni molto positive, concentrazione nel sentire il corpo a piu’ livelli partendo dalla terra sino alla posizione eretta. Mi ha molto affascinato e colpito l’attezione o, meglio, la libertà nell’attenzione al corpo, cercando di muovermi non in base a canoni o strutture consolidate durante la crescita, ma proprio rompendo questi schemi e lasciandomi libera, consapevolmente, nell’ espressività corporea.
Grazie ancora per la bellissima esperienza e presa di coscienza che ci hai donato“. (M.M.)
“Potrà sorprendere se dico che il Butoh potrebbe essere ben addormentato nel vostro corpo. Il mio lavoro è di scoprire modi per risvegliare quel Butoh, quella vita. Devo sottolineare che sebbene il Butoh possa essere addormentato in ognuno, può non essere accessibile a tutti. Se si può danzare il Butoh o no dipende se il corpo racchiude il desiderio, il rimpianto, il piacere e l’interesse per la vita, unitamente ad esperienze di vita e memorie (le abitudini del corpo sono un tipo di memoria). Inoltre, essendo il Butoh una forma di espressione, occorre essere in grado di preparare questa espressione ed esserne responsabili. Non mi interessano coloro che vedono il Butoh come una sorta di spettacolo esotico di strani movimenti e gesti bizzarri e che studiano il Butoh con l’idea di imparare la maniera manuale, in quanto il Butoh è un ineffabile tipo di comportamento prodotto dal corpo stesso. Non possiede né nome né forma. Ignorare ciò che è già nel corpo ed occuparsi di aspetti esteriori del corpo è equivalente a sfruttare il corpo come mezzo di espressione. Questo è molto lontano dallo spirito del Butoh. Coloro che aspetto sono le persone ordinarie, le persone che possono condividere la gioia e la sofferenza del vivere. Non aspetto i fanatici del Butoh, che bramano il Butoh come originalità , né i rigorosi danzatori professionisti, il cui orgoglio è appeso al filo della tecnica convenzionale”.
Masaki Iwana – 2 Febbraio 1995