Kodō One Earth Tour 2018: Evolution

Parte da Brighton il 30 gennaio prossimo il tour europeo di Kodō One Earth Tour 2018: Evolution, che ne esplicita già dal titolo la continua crescita creativa sotto la direzione artistica della star del Kabuki, Tamasaburo Bando. In Italia un gradito ritorno di questi instancabili musicisti che si esibiranno in sole tre date:
il 9 marzo a Roma all’Auditorium Parco della Musica nell’ambito della Stagione dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia;
11 e 12 marzo a Milano, al Teatro dal Verme, in collaborazione con I Pomeriggi Musicali.

Per informazioni e biglietteria:
Roma
http://www.santacecilia.it/concerti_e_biglietti/schedaEvento.html?i=1000011653&d=20180309&o=21.00

Milano
http://dalverme.org/event.php?pagina=2&id=1780

Negli ultimi anni, a partire da Kodō One Earth Tour: Mystery prodotto nel 2013, nei concerti dell’ensemble è mancato per esplicita volontà, l’o-daiko, il gigantesco tamburo diventato il simbolo stesso del gruppo. Con Evolution si compie la consacrazione del percorso musicale sviluppato sotto la guida del direttore artistico Tamasaburo Bando. In Evolution, i costumi dalle linee sobrie, in bianco e nero, permettono ai Kodō di esprimere le proprie sonorità senza vincoli, anche attraverso la scelta di abbandonare lo stile precedente: la fascia annodata sulla fronte, la casacca da lavoro giapponese e il perizoma, tradizionalmente indossati dai principali solisti. 

Il programma inizia con un brano coinvolgente, Kei Kei (2012), che vede tutti i componenti dell’ensemble insieme sul palco portando i taiko a spalla. Il monolitico o-daiko torna quindi dopo qualche anno di assenza sul palco di Evolution. Nel programma appare sotto il titolo della composizione omonima, O-daiko. Un classico di Kodō dal 1975, quando il potente tamburo è apparso per la prima volta nei programmi del gruppo, all’epoca noto con il nome di Ondekoza. Il taiko rimane invariato, ma la nuova generazione di percussionisti presenta un nuovo stile dinamico.

La prima parte del concerto termina con l’immortale icona dei Kodō, Monochrome (1977). Raffinata composizione contemporanea di Maki Ishii, Monochrome sfrutta in toto la gamma tonale del shime-daiko, un tamburo dal suono acuto. La seconda parte inizia con Color (2009), che utilizza gli stessi tamburi di Monochrome, ma in modo completamente diverso.

I musicisti posano le bacchette e sperimentano una nuova gamma di suoni delle percussioni. Dopo l’intensità di Monochrome, questo approccio lieve diventa una sorta di benvenuto liberatorio. Le luci si abbassano per il brano successivo, Ake no Myojo (2012). La parte femminile dell’ensemble con delle fluttuanti gonne nere sale sul palco per suonare, cantare e ballare mentre girano su se stesse in un continuum di suono e movimento. Seguono i melodici flauti di bambù di Yuyami (2013) che creano un indescrivibile sentimento nostalgico, a cui segue un pezzo inedito, Ayaori (2016). Un viaggio attraverso la molteplicità dei suoni dell’odeko-daiko, che sfrutta l’abilità dei musicisti e una gamma di bacchette per produrre suoni nitidi e ricchi. L’ultimo brano del programma è Rasen (2016), che in giapponese significa spirale e rimanda al titolo che Kodō che ha voluto dare all’intero tour: Evolution. Otto musicisti in scena, il solista suona un grande tamburo piatto, l’hirado, circondato da gli altri musicisti, che suonano diversi tipi di percussioni: il nagado taiko (tamburo di forma allungata), l’okedo taiko (a forma di barile) e timpani.

Per comporre Rasen, Tamasaburo Bando ha coinvolto nel processo creativo un gruppo di performers di Kodō. Nuove leve si sono aggiunte ai giovani musicisti e ai solisti, nonché ai veterani rimasti nell’ensemble per più di tre generazioni. Come suggerisce il titolo, Rasen è un vortice che percorre l’evoluzione di Kodō lungo i decenni della sua ricca storia. Riprendendo brani esemplari attraverso il passato di Kodō e verso il suo futuro. Questo finale in climax dimostra l’indiscutibile solidità di Kodō. L’ensemble forte di trentacinque anni di storia e di successi mondiali proclama con fermezza la sua intenzione di guardare al futuro. Quando nel 2012 Tamasaburo Bando ha assunto il ruolo di direttore artistico di Kodō, si è impegnato a incrementare il valore artistico dell’esecuzione musicale del taiko. Evolution dimostra senza ombra di dubbio che l’obiettivo è stato raggiunto e la sua visione si è realizzata in pieno.