di Vanna Scolari Ghiringhelli
Foto Antonio Rossi
Nelle lunghe notti del teatro indonesiano, scandite dal gamelan, si succedono le storie del Mahābhārata e del Bharata Yudha, una versione indonesiana del Mahābhārata stesso che tratta solo del conflitto tra i Pandawa e Kaurawa, Pāṇḍava e Kaurava, scritta dall’ Empu Sedah e dall’ Empu Panuluh e completata nell’anno 1079 dell’era Śaka, 1157 A.D. Il Mahābhārata invece, fu tradotto in giavanese per ordine di Dharmavamsa, re di Mataram, Giava, durante il suo regno, c.a.991-1016 A.d.; si succedono le storie del Rāmāyaṇa; del Serat Menak, che racconta le avventure di Amir Hamzah, zio del profeta Maometto; del ciclo di Damar Wulan sulle guerre tra il regno di Majapahit e quello di Bambangan; di Panji, leggendario principe del regno di Janggala a Giava orientale; dei panakawan Semar, Petruk, Gareng e Bagong giullari, ma anche attendenti dei cinque Pandawa; di Calonarang, la Grande Vedova Rangda, regina degli spiriti maligni, personificazione di Durga, Durgā e Kali, Kālī di Barong, grande nemico di Rangda o di Kala Rau, Rāhu, e l’eclisse di luna… e tante altre. Alcuni di questi personaggi, sempre presenti e molto amati, si ritrovano lungo tutta la vita di un indonesiano e dalle storie di teatro si trasferiscono alle suppellettili giornaliere, alle stoffe, ai gioielli dei kraton, nei palazzi reali, e alle armi dell’Indonesia: le lame, le impugnature, gli accessori. Vediamo i preferiti sulle armi:
ARJUNA, amatissimo personaggio del Bharata Yudha e del Mahābhārata, ma soprattutto del lakon, storia del wayang, scritto dall’Empu Kanwa nell’XI sec. nel regno di Kediri a Giava orientale, intitolato Arjuna Wiwaha (le nozze di Arjuna – scr. Vivāha). Questo lakon narra la storia di Arjuna che vince Niwata Kawaca, un re crudele e invincibile che minacciava il cielo di Indra e che voleva sposare la ninfa Suprabhā contro il parere divino. Arjuna, chiamato da Indra, lo sconfigge e sposa sette widadari, ninfe celesti, incluse le due più belle Suprabhā e Tilottamā.
SEMAR (Twalen a Bali) e i PANAKAWAN. Semar è il capo dei panakawan o punakawan – pana= scaltro, astuto; kawan=compagno, amico – i clown, giullari, attendenti dei cinque Pandawa. È il più amato dei personaggi del wayang giavanese e prezioso attendente di Arjuna. Semar non è solo un clown, è un dio-clown, “il fratello gemello del cielo”, la divinità giavanese più pura, più genuina di tutte le altre, libera da ogni influenza indiana. Egli è un grande saggio, consigliere dei re e degli eroi. È l’unico personaggio che si azzarda a protestare contro gli dei, Siwa e Durga compresi e può persino obbligarli ad agire o a desistere dai loro intenti. È colui che si prende cura di Giava, dall’inizio alla fine dei tempi, è lo spirito guardiano – danyang o dhanyang – è l’antenato divino. La dimora sotterranea di Semar, Gua Semar, la grotta di Semar, è sul Diyeng Plateau a Giava centrale, un complesso vulcanico a 2.265 m. e viene considerata il centro del mondo.
La parola Diyeng deriva da Di Hyang, la Dimora degli Dei.
Semar ha tre figli, Gareng, Petruk e Bagong, forse quattro con Topog, (spesso però considerato il fratello e non il figlio di Semar) che ha portato in vita per mezzo delle sue pratiche meditative, anche loro attendenti dei Pandawa. Tutti e cinque hanno un corpo sproporzionato, sono brutti e ridicoli.
Semar appare spesso sulle armi cerimoniali, i pusaka delle famiglie importanti e in questi casi rappresenta una figura ancestrale.
PANJI, il grande eroe del ciclo delle storie di Panji, Raden Inu. Rappresenta l’ideale dell’eroe halus, cioè raffinato, è la controparte indonesiana di Arjuna, eroe del Mahābhārata e grande protagonista del wayang topeng. Insieme ad Arjuna è un modello di coraggio e condotta principesca.
Così come il lakon Arjuna Wiwaha è rappresentato, seguito e amato, altrettanto lo è la storia di Panji e della sua amata Candra Kirana, Raden Galuh, rapita alla vigilia delle loro nozze da Batara Kala, dio dell’oscurita e del mondo sotterraneo e di tutte le avventure del principe che parte per ritrovarla. Le gesta che egli compie vengono tradizionalmente attribuite agli antenati mitici e sono quindi ancor più apprezzate dal pubblico del teatro.
I racconti di Panji, che hanno resistito all’influenza dell’Islam, sono stati una fonte inesauribile per la letteratura dell’Indonesia, Malesia, Thailandia, Laos, Filippine e Myanmar.
DAMAR WULAN, Splendore della Luna, è un leggendario eroe giavanese il cui ciclo di storie è molto rappresentato nel wayang klitik o karucil (marionette di legno invece che di cuoio, mantenuto solo nelle braccia) e nel wayang gedog, soprattutto a Giava orientale. Damar Wulan partecipa con onore alle guerre tra il regno di Majapahit, al tempo della regina Suhita e il regno di Blambangan. È un principe di nascita e nipote del primo ministro Patih Lohgender, ma molto mal trattato dallo zio e dai due cugini per timore della sua concorrenza. La sua amata è la principessa Anjasmara che riesce a sposare alla fine delle sue avventure, quando diventa egli stesso re del Majapahit, sconfiggendo i due arroganti cugini Layang Seta e Layang Kumitir.
DURSASANA, Duḥśāsana. Nel Bharata Yudha è re di Wirata, figlio di Drestaratya, Dhṛtarāṣṭra e fratello di Duryudhana, Duryodhana, il maggiore dei Korawa, Kaurava. Dursasana viene ucciso da Bima, Bhīma, che vendica l’offesa che Dursasana ha inflitto a Drupadi, Draupadī, sposa dei Pandawa, Pāṇḍava, strappandole di dosso il sarong in pubblico. Gli dei intervennero impedendo che Drupadi rimanesse nuda davanti a tutti.
AMIR HAMZAH, zio del profeta Maometto, eroe del ciclo Serat Menak che racconta le sue imprese e quelle dei suoi seguaci nelle sfide e lotte contro gli infedeli che, una volta vinti, si convertivano all’Islam. Alla fine delle sue vittoriose battaglie, Amir torna a Medina da Maometto, è coinvolto nella difesa della città e viene ucciso, come un vero soldato di Allah.
Le storie di Amir, rivolte alla vittoria dell’Islam, mantengono però molti elementi culturali tipicamente sundanesi, giavanesi e animistici.
HANUMĀN, anche Anoman, nel ciclo delle storie del Rāmāyaṇa, a capo dell’esercito di scimmie, aiuta Rama a salvare Sita, rapita dal grande demone Ravana, re di Sri Lanka. Insieme a Garuda e Bhima è uno dei personaggi più amati dagli spettatori del wayang.
JATAYU, Jaṭāyu. Mitico avvoltoio figlio di Aruna, Aruṇa, cocchiere del dio del sole Surya, Sūrya e nipote di Garuda, Garuḍa. Nel Ramayana , tenta di salvare Sita, Sītā rapita da Ravana, Rāvaṇa, ma il grande demone lo ferisce a morte. Cade nella foresta dove viene trovato morente da Rama e Laksmana, Rāma, Lakṣmaṇa
KARNA, Karṇa figlio del dio Surya, Sūrya il Sole, e di Kunti, Kuṃtī, amico di Duryudhana, Duryodhana, lotta con i Korawa, Kaurava, contro i Pandawa, Pāṇḍava. Uomo di coraggio e generoso è segnato da una vita molto sfortunata.
Nel Mahābhārata Karna è dotato del giavellotto Bhārgava, arma divina donatagli da Indra, nel Bharata Yudha ha la freccia soprannaturale, Kunto Wijaya Danu, con la quale avrebbe potuto uccidere Arjuna se non l’avesse già usata per uccidere Gatotkaca, Ghatotkaca, figlio di Bima, Bhīma. Karna viene ucciso da Arjuna a Kurusetra, Kurukṣetra.
IL DALANG
· deve conoscere alla perfezione le storie del Mahabharata e del Ramayana che vengono rappresentate nel wayang e i loro personaggi.
· deve avere una profonda conoscenza della filosofia e dell’etica morale dell’isola in cui lavora.
· deve essere informato dei vari aspetti della vita del paese e internazionale, in quest’era di globalizzazione.
· deve avere una voce bella e chiara, dato che deve imitare 50 figure del wayang con voci diverse, spiegare in ogni occasione che cosa è successo o dovrebbe succedere. Deve conoscere perfettamente il livello alto e il livello basso della lingua usata nei dialoghi e soprattutto il kawi, antica lingua giavanese usata nella narrazione e nei canti e deve essere anche un buon cantante perché deve cantare di sovente durante le rappresentazioni.
· deve essere molto abile nel prepare lo scenario, affinchè la narrazione si svolga a dovere.
· deve conoscere il gamelan usato per accompagnare lo spettacolo, avere la capacità di direttore perché spesso deve dirigere la musica del gamelan, farla iniziare, farla fermare e dire ai suonatori che tipo di musica devono suonare.
· deve dirigere il coro di pesinden, cantanti donne e anche cantanti uomini.
· deve saper muovere con grande maestria e in modo attraente le varie marionette.
· deve saper raccontare storielle scherzose e buffe e allo stesso tempo dare consigli al pubblico senza che questo si noti.
Il DALANG a Bali può elargire l’acqua santa, come un sacerdote. È un Empu, maestro, e un artista completo – Il suo mestiere è molto difficile.